Collegio Armeno-Mechitarita (II)

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nello scorso numero abbiamo velocemente ripassato la storia dei mechitariti; occupiamoci ora invece degli armeni e della loro chiesa ortodossa. In questo caso non c'è bisogno di spostarci nella ridente laguna di Venezia, è sufficiente spostarci nella adiacente Città Studi. Qui sorge infatti, in via Jommelli, la chiesa armena, retta dal parroco Padre Sarkis. Allo stesso modo del suo omologo a San Lazzaro, anche Padre Sarkis accompagna i visitatori nella chiesa, raccontando la storia della chiesa armena e del suo fondatore, storia che cercherò di riassumere nelle seguenti righe.
Benchè sembri che solo nel sec. VI a.C. gli Armeni si siano costituiti come popolo intorno al monte Ararat, nelle scoscese catene del Caucaso, nel II sec. a.C. gli Armeni erano già uno stato indipendente. Uno dei suoi re, Tigràn il Grande (95-55 a.C.), conquistò la Cappadocia ed estese il suo dominio sino alla Fenicia, sulla costa mediterranea. Un'espansione molto breve, perché nel 67 a.C. i Romani ridimensionarono Tigràn.
Per quanto riguarda gli inizi della Chiesa Armena, la tradizione riferisce che furono gli apostoli Bartolomeo e Giuda Taddeo gli evangelizzatori dell'Armenia. E' più sicuro affermare che l'evangelizzazione fu opera di missionari della Siria e della Cappadocia. Fu così vigorosa che verso il 299 il re Tiridate III si convertì al Cristianesimo con il suo popolo, e proclamò il Cristianesimo religione di stato, rendendo cosi' l'Armenia la prima nazione del mondo a proclamarsi cristiana, proprio quando nell'impero romano si stava preparando la persecuzione di Diocleziano. Il promotore di questa conversione fu S. Gregorio l'Illuminatore, figura prominente del Cristianesimo armeno.
Aggregata inizialmente alla Chiesa metropolitana di Cesarea di Cappadocia, in territorio romano, la Chiesa armena si proclamò autonoma ai primi del sec. V, sotto la giurisdizione di una specie di patriarca che prese il nome di catholicòs (arcivescovo che ha dei suffraganei). Tale titolo era dato primitivamente al capo di una comunità cristiana fuori dei confini dell'impero romano-bizantino, fuori cioè della giurisdizione dei patriarchi. Attualmente conservano il titolo di Catholicòs i capi delle Chiese armena, nestoriana (Assiria orientale) e georgiana.
A partire dal sec. IV si consolidarono le istituzioni ecclesiastiche armene e si formò la liturgia, fortemente influenzata dall'antico rito di Gerusalemme. Al tempo stesso si creò l'alfabeto armeno che la tradizione attribuisce al monaco Mesrop (360-440); ciò permise di tradurre nella lingua nazionale i testi liturgici scritti fino ad allora in greco e in siriaco.
Ma ad un certo punto la Chiesa Armena si separo' dalla Chiesa Cattolica. Nel 451 a Calcedonia ci fu il Concilio ecumenico che definì le due nature, umana e divina, nell'unica persona del Cristo. Benché la Chiesa armena, impegnata in guerre coi Persiani, non partecipasse ai dibattiti conciliari, tuttavia le decisioni del concilio furono accolte con diffidenza, dato che il potere imperiale bizantino aveva partecipato attivamente alle conclusioni conciliari. Tutto questo, col fatto che i vescovi monofisiti della Siria (sostenitori della sola natura divina del Cristo) furono i primi a informare i prelati armeni intorno alle definizioni di Calcedonia, e con l'aggiunta dei problemi di traduzione dei
termini teologici greci di natura e persona, spinse la Chiesa armena a rifiutare le decisioni conciliari e a separarsi quindi dalla Chiesa cattolica.
Due concili nazionali, celebrati nel 506 e nel primo centenario di Calcedonia (551), confermarono il rifiuto e l'adesione al monofisismo. Solo alcuni vescovi armeni ricusarono di condannare le decisioni calcedonesi: e questo causò all'interno della Chiesa armena uno scisma che durò lungo tempo.
Fino al sec. XI la Chiesa armena era fu sotto un unico patriarca, il catholicòs di Etchmiadzìn, città santa degli Armeni. Con il grande esodo armeno in Cilicia, dove si fondò nel 1073 il principato dell'Armenia Minore, il catholicòs di Etchmiadzìn lasciò la sua sede del Caucaso per installarsi nella nuova patria armena. Nel 1293 si stabilì a Sis, capitale della Cilicia. Questo trasferimento della sede patriarcale rese più profondo il solco fra le due Armenie, la Maggiore del Caucaso, che rimase senza capo spirituale, e la Minore di Cilicia.
Vent'anni più tardi, nel 1311, il vescovo armeno di Gerusalemrne, insoddisfatto dell'avvicinamento tra gli Armeni di Cilicia e Roma, prese il titolo di patriarca, confermato ufficialmente dal sultano d'Egitto. Un secolo dopo, nel 1441, fu la volta dell'Armenia di Caucaso che, sentendo la necessità di avere un capo spirituale, nominò un nuovo catholicòs con giurisdizione sugli Armeni dell'Armenia Maggiore.
Il quarto patriarcato ebbe inizio sotto la dominazione dei Turchi ottomani. Alcuni anni dopo la conquista di Costantinopoli i Turchi favorirono l'istituzione di un patriarcato nella capitale (1461) con giurisdizione civile e ecclesiastica sopra tutti gli Armeni dell'impero. E' così che la Chiesa armena ortodossa risulta divisa fino ad oggi in quattro strutture autonome: il catholicòs di Etchmiadzìn e quello di Sis; i patriarchi di Gerusalemme e di Costantinopoli. Tra essi l'unico elemento di interdipendenza è il riconoscimento del primato d'onore del catholicòs di Etchmiadzìn.
Fino al nostro secolo quindi si è mantenuta questa distanza tra la chiesa armena (definita apostolica) e quella cattolica (di cui fa parte come detto la congregazione dei mechitariti, che oltre a San Lazzaro ha un ramo a Vienna, fondato nel 1800 circa). A partire dal 1973 però ha avuto inizio un processo di riavvicinamento tra le due chiese, che ha portato nell'anno menzionato ad una prima "Dichiarazione" congiunta tra l'allora Pontefice Paolo VI e il Catholicòs Shenouda III, e che si è concluso, non molto tempo fa, con la "Dichiarazione Comune del Papa Giovanni Paolo II Wojtyla e del Catholicòs Karekin I Sarkissian", nella quale viene sancito che "cattolici ed apostolici credono nella stessa fede" (Vaticano, 13 dicembre 1996).